La bagna caoda è un perfetto esempio di cucina popolare, un piatto semplice della tradizione, gustoso e genuino. Una ricetta gastronomica per un’equilibrata e salutare dose di minerali, di vitamine, di fibre e grassi vegetali e di proteine animali, quindi perfettamente interpretativa della Dieta Mediterranea. Per la IX settimana della cucina italiana nel mondo QUALITYOFLIFEMC organizza un tour sul percorso delle vie del sale alla ricerca di ristoranti che propongono nel loro menù la bagna caoda. Un progetto enogastronomico ideato da Romeo Ferrero, dalla Costa Azzurra al Piemonte e ritorno. Il nostro viaggio vedrà come tappe: Nizza (Fr) il 17 novembre alle ore 12,30 al ristorante Davisto al 18 di rue saint philippe dove lo chef Davide Quatela presenterà la sua ricetta, per prenotazioni +33 04.92108570 ; dal 20 novembre 2024 al 27 novembre 2024 la bagna caoda verrà servita come piatto della settimana nel ristorante L'Ardoise by Raf in Place de la Liberation a Beausoleil (Fr) per prenotazioni +33 0669660323 o +33 0980416527; Alain Gandelli , noto chef della gastronomia PAN E PUMATA di Ventimiglia (IM) con l'aiuto dell'amico chef Paolo Dal Col del Ristorante Rio del Mulino , il 20 novembre ore 20,00 presenterà la sua Bagna Caoda a Camporosso (IM) al ristorante pizzeria Mayto, per riservare +39 342.8077933. Il 22 novembre a Guarene nelle Langhe presso il centro Agripole, il 23 novembre ore 20 a Camporosso (IM) al Bar Sabrina. Sempre il 23 novembre ci sposteremo a Venaria Reale al Ristorante Lucio d'la Venaria per una serata tipicamente piemontese con Bagna Caoda a volontà, per riservare: Tel: 011.495805 Mob: 3343465453. Il 26 novembre si ritorna in costa azzurra, precisamente a Monaco e la bagna caoda verrà servita dallo chef Alessandro Grilli al Ristorante il Pacchero , 18 Rue de Millo, Condamine, per prenotare +377.99924083.
La bagna caoda è un tipico prodotto culinario piemontese, una salsa a base di acciughe, aglio e olio che si consuma con verdure crude e cotte. La bagna caoda è un piatto che si consuma in famiglia o con gli amici, un piatto conviviale, un tempo si usava un recipiente comune di terracotta dove tutta la famiglia intingeva le verdure, oggi il fujot è personale con un lumino sempre acceso per tenere calda la salsa. La Ricetta delle tradizioni: si sbuccia l’aglio e si toglie il germoglio detto anche anima, ogni spicchio viene tagliato in quattro e lasciato macerare nel latte tutta una notte. Il mattino si smaltisce il latte e si fa sciogliere l’aglio in un tegame a fuoco lento con altro latte fresco. Dopo 30 minuti l’aglio sciolto ed il latte vengono versati in un altro tegame dove si mescola alle acciughe precedentemente pulite dal sale e deliscate ed all’olio di oliva extravergine. Si fa cuocere il tutto a fuoco lento e dopo 20 minuti si aggiunge un cucchiaio di panna. Pochi minuti e si può versare la bagna caôda nei fujot. Dentro questa bagna, come già accennato, si intingono verdure crude come i cardi gobbi di Nizza Monferrato, topinambur, cuori di cavolo bianco, sedano bianco, indivia e scarola, peperoni freschi e sotto glassa, cipolloti crudi inquartati e immersi nel vino barbera; verdure cotte come le barbabietole rosse, i peperoni e cipolle al forno, patate lesse.
Molte zone del Piemonte si contendono la paternità della bagna caoda, che nel dettaglio è originaria del territorio di Asti, del Monferrato, del Roero e delle Provincie di Cuneo ed Alessandria. In realtà però la storia del piatto piemontese inizia in Francia nel Medioevo. Qui infatti, sulle coste Provenza, veniva preparata l"Anchoiade", una salsa a base di aglio, olio e acciughe che gli operai usavano nei giorni più freddi per insaporire il pane. I mercanti astigiani, che nel Medioevo si recavano in Provenza e alle foci del Rodano per recuperare acciughe salate, vennero a contatto proprio con la salsa provenzale e la trapiantarono in patria dove col tempo fu adattata alla gastronomia piemontese divenendo l'attuale bagna caoda.
Vi è una leggenda legata alla bagna caoda che risale ai tempi in cui per portare il sale dalla Costa Azzurra su in Piemonte, la famosa via del sale, era molto oneroso causa i forti dazi gravati sul sale. I mercanti avevano trovato un efficace espediente, creavano uno strato di acciughe sopra il sale nei barili potendo dichiarare il trasporto del pesce e riuscivano a passare tranquillamente le dogane. Il sale in passato era un ingrediente fondamentale per la conservazione degli alimenti e diventava naturale trovarne anche nel trasporto del pesce. Cosi le acciughe conquistarono un posto di tutto rispetto nelle tradizioni alimentari delle popolazioni del basso Piemonte di cui sono testimonianza piatti tipici come “anciove al bagnet verd” o al “bagnet russ” e la bagna caôda. Tutto obbligatoriamente abbinato ad un buon vino rosso piemontese.
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